Altri tre punti, altri tre passi
avanti, altri errori ripetuti, ma la Juventus cresce e risale al nono posto
della classifica, continuando la scalata per uscire dalla crisi. Allegri sarà,
giustamente, furibondo per il gol del 3-2 incassato a 10 minuti dalla fine,
quando sembrava in completo controllo della partita. E si interrogherà su quale
meccanismo psicologico si spegne quando la squadra è in vantaggio, come è
accaduto sul 2-0 alla fine del primo tempo. Però Allegri trova anche una
vittoria importante e forse le prime sicurezze tattiche: Locatelli in mezzo e
Cuardado basso rendono facile lo sviluppo dell'azione e Dybala può brillare.
Già Dybala: la sua uscita dal campo al minuto 20 è uno spartiacque della
partita. L'infortunio muscolare (per fortuna meno grave del previsto) e le
lacrime del capitano hanno tolto qualcosa a una squadra che già si regge su
equilibri psicologici precari. La Juventus sta costruendosi il suo carattere,
lo fa soffrendo, tanto e a volte inutilmente, ma questo potrebbe anche far
parte del processo di crescita, se la squadra riuscisse a imparare dai suoi
errori. Riprendere a vincere con continuità è un primo importante passaggio, ma
occhio che con Chelsea e Torino sarà sicuramente più dura. Locatelli non è un
regista, per lo meno non è un regista classico, ma con lui in mezzo al campo e come
detto con Cuadrado basso, la costruzione della Juventus è logica, fluida e ficcante.
Anche perché Dybala può ricevere sulla trequarti da dove può provocare i danni
più gravi alle difese avversarie. Nei primi 20 minuti, la Juventus è bella,
frizzante, non rischia e per quanto continuino a esserci errori tecnici nei
passaggi della fase di impostazione (se ne contano tanti nella parte iniziale)
e almeno un paio di scelte sbagliate in rifinitura (grave quello di Bentancur)
il dominio della squadra di Allegri è totale. Il problema vero è il non concretizzare
abbastanza questa prevalenza, sciupando con Chiesa e almeno un paio di volte
con Morata occasioni facili. Al decimo
c'è il meraviglioso gol di Dybala (Locatelli dopo essersi visto respingere
il tiro appoggia un bel pallone a Paulo che di controbalzo spedisce il pallone
all'angolo a sinistra), ma fino al fatidico ventesimo quando lo stesso Dybala
deve lasciare, in lacrime, il campo per un infortunio muscolare, il risultato
potrebbe essere tranquillamente 3-0 e non solo 1-0. La Juventus senza Dybala e
con Kulusevski entrato al suo posto, perde scorrevolezza nello sviluppo
dell'azione e, forse, subisce anche il contraccolpo psicologico di vedere il
suo giocatore migliore uscire in quel modo. Ma resta solida, non rischia e, con
qualche forzatura in più riesce a stare in attacco. Una sola occasione con
Kulusevski e poi il rigore del 2-0: nato da una bella azione che libera Chiesa
sulla destra, il cui tiro forte e diretto in porta, viene respinto dal braccio
di un difensore avversario. Il rigore lo
batte Bonucci. L'esecuzione è perfetta, spiazzando il portiere e infilando
la palla rasoterra e a fil di palo. Sul 2-0, al 43' del primo tempo, dopo metà
partita dominata, la Juventus sembra al sicuro. E proprio in quel momento si
spegne, come è accaduto più volte. Come se la chiusura virtuale della partita
venga scambiata dai giocatori per il triplice fischio, cala improvvisamente
l'attenzione: è roba davvero da psicanalisi. Sugli sviluppi di un corner arriva
il 2-1. Ed è un altro inquietante replay di errori visti troppe volte negli
ultimi tempi: in questa occasione è Alex Sandro che si perde completamente l’avversario
che stacca indisturbato di testa e insacca. L'incapacità di metterci una pezza
da parte degli altri rende troppo vulnerabile sulle palle inattive (quarto gol
incassato nelle prime sei giornate). Non si tratta di errore tecnico, ma di
concentrazione. E non l'ha commesso un "giovane" o un
"inesperto", ma il terzino sinistro della nazionale brasiliana. La
Juventus inizia la ripresa contratta dalla tensione innescata dai fantasmi di
questo inizio stagione assurdo. Ma dimostra la stessa tigna agonistica che
l'aveva salvata a Spezia. Non manovra disinvolta come nel primo tempo, ma non
sbraca. Ci prova: sfruttando ancora Cuadrado, regista defilato, e agganciandosi
a Chiesa, sempre lui, a trascinare l'attacco, dove un Morata moscio non incide.
Così arriva il gol del 3-1: prima
un'azione personale di Chiesa in area, che non riesce a calciare dopo due
finte, poi sul tentativo di uscita della Samp, arriva l'intercetto magistrale
di Kulusevski che offre un pallone
perfetto per l'accorrente Locatelli che tocca in rete con facilità.
L'inserimento dell'azzurro fa esultare Allegri: è esattamente quello che
dovrebbe succedere più spesso. La Samp sembra accusare il colpo e le urla di Allegri
tengono in partita la Juventus che non spegne, anche se un po' di fatica inizia
a rallentare il pensiero, ad abbassare la squadra e alimentare qualche
disattenzione difensiva. Così Allegri cambia un po' e la Juventus riprende vita
sfiorando ancora la marcatura con un tiro dal limite dell'area. E la squadra si
alza soffrendo un po' meno con qui tre là dietro. All'80' altra occasione, che
viene malamente sprecata da uno spento Morata che spara fuori un diagonale che
doveva arrivare almeno nello specchio. Al 83' arriva la punizione per i tanti
gol sbagliati: Cuadrado perde un pallone da non perdere all'altezza della
trequarti, si innesca un contropiede Samp che viene concluso in rete. Un gol
che sporca una prestazione buona della squadra, che riapre dubbi sulla
consistenza caratteriale della Juventus. Locatelli gioca la sua migliore
partita da quando è alla Juventus: matura in ogni zona del campo e impreziosita
dal gol. Chiesa resta il trascinatore: vederlo dannarsi davanti con quella foga
agonistica aiuta anche psicologicamente. Dybala, finché è stato in campo, ha
fatto la differenza. Kulusevski, che a tratti sembra spaesato come nelle sue
prestazioni peggiori, riesce però a non isolarsi, combatte e più di una volta è
dentro alle azioni pericolose. Cuadrado è e resta indispensabile. Da segnalare
un impeccabile De Ligt, che tutti notano quando sbava, e qualcuno si dimentica
di elogiare quando è perfetto. Altri tre punti in saccoccia prima di tuffarsi
nella Champions mercoledì sera che ci vedrà opposti al Chelsea Campione
d’Europa in carica. Partitone dove servirà una Juve praticamente perfetta,
soprattutto considerando che ci mancheranno Dybala e Morata. Tantissimi i soci pronti a partire per
Torino, ben 50 tondi tondi. Un altro grande numero di persone in viaggio,
tra chi nel bus organizzato, chi in auto chi in aereo. Complimenti a Noi per la
passione che ci mettiamo nel seguire la JUVE. Al Club contro la Samp. un
mezzogiorno del tutto tranquillo, affluenza sotto la media, stante l’orario
scomodo. Ancora una volta siamo stati presenti su a Torino, seppur in numero
davvero esiguo, ma di questi tempi già tanto riuscirci ad essere. Solita foto,
solito modo di distinguere la nostra presenza con il motto “ESSERE NON APPARIRE” e a “MODO NOSTRO, SEMPRE”. Un grazie a
Giorgio per la sua presenza, la sua prima stagionale, la sua prima dopo il
Covid.
JC ANDRIA, TANTI FATTI SEMPRE MENO PAROLE!
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